La Campana sommersa
Teatro Lirico di Cagliari, 2016
New York City, 2017
Lo spettacolo era tradizionale ma aveva un cuore di modernissima tecnologia. Il regista Pier Francesco Maestrini delinea la vicenda con ovvia attenzione alla sua carica simbolica, ma arrivando a indicare i significati “ulteriori” attraverso l’immediatezza del fantastico, com’è tipico delle favole. Decisivo l’apporto di Juan Guillermo Nova per scene e proiezioni che danno vita ai fondali dipinti; di Marco Nateri per costumi che potrebbero servire a rappresentare qualche favola dei fratelli Grimm; di Pascal Mérat per luci tutte atmosfera misterioso-naturalistica-germanica.
Cesare Galla
Maestrini e Nova con mirifica ambientazione per mezzo di proiezioni e alto disegno scenico, ricreano il tono fiabesco nel quale protagonista è la Natura. La campana sommersa è anche un capolavoro drammatico.
Scommessa vinta. Il merito si deve a Donato Renzetti, uno dei migliori direttori d’orchestra, al registra Pier Francesco Maestrini e allo scenografo Juan Guillermo Nova
Paolo Isotta- Il Fatto Quotidiano
For this production, the creators, Pier Francesco Maestrini (stage director), Juan Guillermo Nova (scenic and video designer), Marco Nateri (costume designer), and Susan Roth (lighting designer) make ingenious use of spare resources and a very shallow stage. Utilizing projections, a scrim and screens, they create a dreamscape where reality yields to fantasy and the audience is drawn into a visual and sound world that is as stunning as it is charming.
The Opera Critic Reviews
El director de escena Pier Francesco Maestrini hace un trabajo encomiable en una producción con pocos medios pero muchas ideas. Con unos breves decorados y unas proyecciones bastantes elocuentes, va cambiando con criterio las distintas escenas. El prado inicial se torna en el fondo del lago donde hadas y Ondino juegan entre corales, helechos y la propia campana sumergida, mientras éste explica a Rautendelein qué son las lágrimas. Estos elementos se van combinando en el resto de escenas consiguiendo momentos de gran belleza visual.
Pedro J. Lapeña Rey – Codalario